Patologie del Fegato e vie Biliari - Nutrizionista Mario Pilosi

Vai ai contenuti
HOME > PATOLOGIE

Patologie Epatiche

I medici sottolineano spesso l'esigenza di mettere a dieta il proprio fegato dato che, anche senza dare sintomi, può ingrassare, quindi non funzionare più a dovere. Questa condizione è chiamata steatosi epatica, meglio conosciuta come fegato grasso o fegato steatosico.
Non è ancora stata dimostrata l'esistenza di una relazione assoluta tra dieta ricca di grassi e formazione di calcoli alla colecisti; casomai si è visto il contrario, con un'incidenza maggiore di calcoli della cistifellea in pazienti mal alimentati.

Patologie vie Biliari

La senescenza dei tessuti e degli organi vitali e il decadimento neuro-psichico possono essere rallentati nella loro fisiologica evoluzione con adeguati accorgimenti nutrizionali. L’esperienza clinica dimostra che la funzione organica più a rischio in questa fase della vita è quella renale. Nelle linee guida alimentari, la priorità sarà quella di proporre tutti quei cibi che possano agevolare la funzione renale, limitando o escludendo quelli che invece la impegnano eccessivamente. Per esempio, la carne rossa, troppo ricca di scorie azotate, dovrà essere proposta raramente e sempre associata a verdure “renali” per eccellenza, come quelle appartenenti alla famiglia delle Cichoriaceae (la classica cicoria, l’indivia riccia, la scarola, il tarassaco, l’indivia belga e il radicchio), insieme a frutti che aiutano la microcircolazione, come frutti di bosco di vario tipo, fragole, melagrane. Altri alimenti non particolarmente adatti sono quelli che contengono una percentuale eccessiva di ossalati, soprattutto gli spinaci e la bieta, ma anche i cereali integrali. Nei casi in cui ci siano segni clinici e dati di laboratorio che documentano una compromissione renale in atto, può essere necessaria anche una riduzione delle proteine vegetali del glutine, privilegiando il riso, le patate o la polenta di mais come fonte di carboidrati. Per rallentare il decadimento organico, dovuto al prevalere dei processi catabolici, le fonti proteiche più adatte in questa fase avanzata della vita sono quelle del latte e delle uova. Con minore frequenza d’impiego, si useranno le carni bianche, come pollo, tacchino, coniglio, maiale o agnello, ma anche i legumi, avendo l’accortezza di associarli a vegetali con azione antimeteorica come il finocchio crudo o lesso o in besciamelle. Fra i prodotti ittici saranno controindicati quelli troppo ricchi di iodio, che ecciterebbero impropriamente la tiroide aggravando la qualità del sonno, spesso compromessa nell’anziano. Molto più utili saranno i pesci a maggiore contenuto di calcio e silicio come sogliola, rombo o cernia, o molluschi come le vongole, ricche di calcio altamente biodisponibile. Altri alimenti ad azione miorilassante sono quelli ricchi di potassio, la banana, se non controindicata per la coesistenza di stipsi, i fagiolini lessi o ripassati con pomodoro, la mela cotta, ma anche le patate. Queste ultime potranno essere proposte lesse, al forno, ma anche fritte, in modo da stimolare la funzione epato-biliare. Possibile e utile l’impiego del purè di patate, che associa il potassio e gli amidi del vegetale al calcio e alla vitamina D del latte e del burro. Infine, uno dei problemi nutrizionali nell’età geriatrica può essere quello dell’edentulia parziale o totale, nel qual caso i cibi dovranno essere proposti in modo da non richiedere una masticazione laboriosa, altrimenti i frammenti alimentari non sufficientemente triturati e insalivati provocherebbero difficoltà gastro-intestinali.
Torna ai contenuti